Inaugurazione:
Sabato 18 Luglio, ore 18.00
Galleria Comunale
Piazza Wanda Meyer – Prata di Pordenone (PN)
Orari di Apertura:
Dal 18Luglio al 2 Agosto 2015
Venerdì 19.00 – 23.00
Sabato 17.00 – 24.00
Domenica 10.00 – 12.30 / 17.00 – 20.00
Case Sparse è un progetto nato all’interno del circolo fotografico “Riflessi”.
Una raccolta di immagini pensate e cercate nei dintorni di casa.
Una serie importante di scatti, dove protagoniste assolute sono le vecchie case coloniche abbandonate, gli esterni come gli interni.
Nasce da questo lavoro la voglia di una necessaria critica ad una modernità invadente e poco ragionata, se confrontata ai sentimenti di dolcezza quasi protettiva che suscitano le architetture rurali.
E’ la testimonianza dell’abbandono di uno stile di vita meno agiato ma più in sintonia con i ritmi della natura, una sorta di ribellione per immagini, una rivoluzione del pensiero, una richiesta di tradizioni e radici profonde.
Case Sparse è soprattutto un omaggio a Luigi Ghirri, grande fotografo e anima sensibile.
Nasce da lui questo progetto, ma la prematura scomparsa gli impedirà di portarlo a termine, ci piace pensare che lo abbia lasciato aperto per permettere anche ad altri di integrarlo con il loro contributo.
Noi, come circolo fotografico, ci avviciniamo a questo tema con grande umiltà nei confronti di Ghirri e della sua arte, ma con un forte trasporto emotivo, ci riconosciamo nel suo progetto Case Sparse.
Rovine di un passato prossimo
Le foto di questa mostra indagano oggetti che rimangono sul territorio evocando la plurisecolare esperienza dei paesaggi dell’insediamento mezzadrile.
Un ambiente economico e antropologico collassato mezzo secolo fa dopo essere stato capace di disegnare un paesaggio fittamente abitato da case sparse e da famiglie contadine insediate negli ampi lotti della colonizzazione agraria. Oggi quei territori sono stati oggetto di una nuova e diversa diffusione insediativa segnata dai modelli del moderno capitalismo pulviscolare.
La città diffusa ha in gran parte assorbito le case isolate nella campagna riconvertendole, cercando persino di fondare nuove centralità li dove le piazze non c’erano mai state. In altri casi le storiche abitazioni sono rimaste deserte e isolate in mezzo a campi di terra coltivati con le macchine. Rimangono come residui all’interno di un paesaggio trasformato e spesso cancellato dalla complessità naturalistica e antropologica di un tempo. Sono i resti archeologici di un genere di vita scomparso.
Le foto esposte mostrano molti dei fossili di una storia passata che, come rovine isolate all’interno del paesaggio agrario, segnano una frattura nel costume dell’abitare e un’attenzione romantica per la ricerca del tempo perduto.
Moreno Baccichet – Legambiente
FOTOGRAFIE DI:
Davide Bassi
Herry Buriola
Samuel Busetto
Arcangelo Forlin
Marco Pignat
Antonella Ros
Marco Saccon
Mauro Tesolin
Luca Viotto
Daniele Zampieri
Isabella Zanon
DIRETTORE ARTISTICO:
Pierpaolo Mittica
SONORIZZAZIONE:
Large Audio Collider – (Mauro Mazzocut e Simone Rosolen)
casesparse.altervista.org
PIERPAOLO MITTICA:
Dr. Pierpaolo Mittica, fotografo umanista conosciuto a livello internazionale, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Nel 1990 consegue il diploma in conservazione, tecnica e storia della fotografia indetto dal CRAF. Studia con Charles – Henri Favrod, Naomi Rosenblum e Walter Rosenblum, suo padre spirituale della fotografia. Le sue foto sono state esposte in Europa, Stati Uniti e Cina, e la mostra “Chernobyl l’eredità nascosta” è stata scelta nel 2006 dal Chernobyl National Museum di Kiev in Ucraina come mostra ufficiale per le celebrazioni del ventennale del disastro di Chernobyl. E’ relatore in numerose conferenzi in Italia, Europa, Stati uniti e Giappone, e le sue foto sono state pubblicate da quotidiani e riviste italiani e stranieri, tra cui l’Espresso, Alias del Manifesto, Vogue Italia, Repubblica, Panorama, Il Sole 24 ore, Le Scienze, Photomagazine, Daylight Magazine, Days Japan International, Asahi Shinbum, The Telegraph, The Guardian, Asian Geo.
www.pierpaolomittica.com
LUIGI GHIRRI
(Scandiano, 5 gennaio 1943 – Reggio nell’Emilia,14 febbraio1992) è stato un fotografo italiano.
Inizia a fotografare nel 1970 confrontandosi con artisti concettuali e ricercando segni nei paesaggi naturali e segni artificiali nell’opera umana e nel paesaggio stesso (manifesti, insegne ma anche cartine geografiche). Dal 1980, sollecitato da Vittorio Savi, si confronta con la fotografia di architettura nel territorio. In particolare fotograferà per lo stesso Savi, per Aldo Rossi, Paolo Zermani.
Negli stessi anni stringerà amicizia con lo scrittore Gianni Celati. I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici, per certi versi metafisici, spesso privi di figure umane ma mai privi dell’intervento dell’uomo sul paesaggio.
Le sue foto sono generalmente a colori. L’uso di colori delicati e non saturi è fondamentale nella sua poetica e nasce dalla stretta collaborazione con il suo stampatore Arrigo Ghi.
Di notevole spessore gli scatti dello studio bolognese di via Fondazza del pittore Giorgio Morandi.
Autore di copertine di numerosi album per la RCA sia di musica classica che di artisti italiani come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio, Ciao Fellini, Robert & Cara e altri. Elisabetta Sgarbi ha presentato al Festival di Venezia del 2009 un film sul fotografo di Scandiano intitolato Deserto Rosa.
www.archivioluigighirri.it
il progetto “Case Sparse” è stato realizzato con il contributo della Provincia di Pordenone
www.provincia.pordenone.it
in collaborazione con:
con il contributo di: