Linea di confine tra Sacro & Profano  

Giovedì 1 settembre 2022 ore 20.45 – Chiesa di S. Bartolomeo – Roveredo in Piano (PN)

PROGRAMMA

Dieterich Buxtheude (1668 – 1707)

toccata in re min  BuxWV 155

Johann Pachelbel (1653-1706) 

Ricercare in do min P.419

Franz Tunder (1614-1667)

“Christ lag in Todesbanden”

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Sonata in Trio n.4 BWV 528

Schmücke dich, o liebe Seele” BWV 654

Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542

ILARIA CENTORRINO, organo

L’organo della chiesa di S. Bartolomeo

ORGANO FRANCESCO ZANIN (1997) GRAND’ORGANO

Quintadena 16, Principale 8, Ottava 4, Ottava 2, Mistura 3f, Cembalo 2f, Flauto a Camino 8, Quintadena 8, Flauto tappato 4,  Nazardo 3, Cornetto 2f, Viola da Gamba 8, Tromba di 8.

POSITIVO

Principale 8, Ottava 4, Quintadecima 2,  Ripieno 2f, Bordone 8, Flauto 4, Sesquialtera 2f, Vox Umana 8.

PEDALE

Subbasso 16, Principale 8, Posauna 16,  Trombone 8.

ACCESSORI

Unione I-PED, Unione II-PED, Unione I-II

Tremolo.

Guida all’ascolto

Ilaria Centorrino

La musica è stata da sempre il mezzo per eccellenza per avvicinarsi a Dio, alla spiritualità e di conseguenza all’animo umano, seppur non composta appositamente ai fini liturgici.
La scissione tra musica sacra e profana avviene già durante il medioevo, periodo in cui al rigore del canto gregoriano in latino, insieme al dramma liturgico e alle laude, si contrappongono le prime forme di canzoni e ballate in volgare. La musica barocca profana, in particolar modo madrigali e melodrammi, ha spesso contribuito, seppur involontariamente, all’evoluzione della musica sacra avvicinando le singole forme, rese sempre più fluide e permeabili, allo stile concertato, riunendo quindi componenti sonore diverse (vocali, strumentali, solistiche o corali) e rappresentando la mescolanza sonora contrapposta all’ideale di armonia del secolo precedente.
Già a partire dalla metà del Seicento era ben consolidata la contrapposizione tra adagio e allegro, danza e contrappunto che alla fine determinerà la distinzione fra sonata da chiesa, più severa, e sonata da camera, più frivola. Nonostante siano due ambiti molto diversi, col passare del tempo la differenza tra sacro e profano si assottiglia sempre di più e, nell’ambito della musica per organo, gli stessi artisti componevano sia musica dedicata esclusivamente ad animare la liturgia che lavori su commissione o dedicati al perfezionamento della tecnica e dei virtuosismi oppure semplicemente per fini didattici come le sonate in trio di Bach, le quali, stando al biografo Johann Forkel, sarebbero state scritte come esercizio per il figlio maggiore Wilhelm Friedemann. Nella Sonata in trio n. 4 notiamo che il primo movimento era stato usato precedentemente da Bach nella cantata “Die Himmel erzählen die Ehre Gottes” BWV 76 (“ I cieli narrano la gloria di Dio”) e questo dettaglio la rende un reale esempio del sottile confine tra composizione sacra e profana.
Il programma che ascolteremo sarà un excursus tra le forme più importanti del barocco, dal più antico ricercare alle complessità contrappuntistiche della fuga, passando da fantasie e corali.
Nella Germania del Settecento, ad un’instabilità politica e religiosa corrispondeva anche una tradizione musicale frastagliata. Il nord era prevalentemente protestante e di conseguenza la loro cultura musicale era più incentrata sul gusto tradizionale per la complessività polifonica e l’elaborazione del corale luterano. La Germania del sud invece era in prevalenza cattolica e più permeabile alle influenze italiane, come possiamo notare nello stile armonicamente e tecnicamente più semplice di Johann Pachelbel, nonostante anche Dietrich Buxtehude insieme al suo predecessore Franz Tunder fossero anch’essi fortemente influenzati delle composizioni in “stile libero” di Frescobaldi.
Lo Stylus Phantasticus della toccata in re min BuxWV 155 è infatti ciò che il musicologo Athanasius Kircher, nel suo trattato Musurgia universalis, descrive: «Lo stylus phantasticus, proprio della musica strumentale, è il più libero e meno vincolato metodo di composizione. Non è soggetto a niente, né alle parole, né ai soggetti armonici; è creato per mostrare l’abilità dell’esecutore e per rivelare le regole segrete dell’armonia, l’ingegnosità delle conclusioni armoniche e la capacità di improvvisare fughe.» A differenza del corale di Bach che sentiremo stasera “Schmücke dich, o liebe Seele” (Adornati, o Anima cara) e della fantasia corale di Tunder “Christ lag in Todesbanden” (“Cristo giaceva nei lacci della morte”), le composizioni che non erano basate su un corale, e di conseguenza non legate ad un significato religioso, potevano essere eseguite per diletto o per intrattenimento. Sono difatti di notevole importanza gli Abendspiele (“Suonate serali”) ideati da Franz Tunder per intrattenere con musica per organo i borghesi e i commercianti della città che avevano preso l’abitudine di riunirsi all’interno della Marienkirche di Lubecca.
Dietrich Buxtehude, organista dal 1668 al 1707, successore di Tunder, continuò questa tradizione, ma, visto il successo dell’iniziativa, spostò i concerti dai giorni feriali (si svolgevano solitamente il giovedì) ai giorni festivi, e li rinominò Abendmusiken (“Musiche serali”).
La Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542 di Johann Sebastian Bach è un ulteriore esempio di quanto la musica da chiesa fosse costantemente legata con un filo sottile al popolare. Alcuni studiosi pensano che la Fuga sia stata improvvisata da Bach durante la sua audizione per il posto di organista nella chiesa di San Giacomo ad Amburgo nel 1720 e che il soggetto di tale fuga corrisponda a un brano popolare olandese “Ik ben gegroet van” (“Sono stato accolto da”).
Nell’apoteosi della retorica di questa Fantasia, tra arditezze armoniche, sospensioni, settime diminuite, cromatismi che portano ad accordi minori inaspettati, progressioni di settime diminuite e cadenze interrotte, ci lasciamo trasportare dal “thauma” (la meraviglia) e rimaniamo in ascolto di quella trascendenza che solo la musica sa regalarci.

Altolivenzafestival 2022

Confini

Gorizia, capitale della cultura europea 2025

Pasolini

100 anni dalla nascita

Al principio dell’alba videro, dalla ridotta nuova, sulla pianura settentrionale, una piccola striscia nera. Un segno sottile che si muoveva, e non poteva essere allucinazione. Avanzava dal nord attraverso la landa disabitata e parve assurdo prodigio. Qualcosa si avvicinava dal settentrione, come mai era successo a memoria d’uomo.

Guardando dalla Fortezza Bastiani verso nord, lungo il Deserto dei Tartari, quello del capitano Drogo è uno sguardo di angoscia: oltre il confine, c’è l’ignoto e da lì proviene il pericolo. C’è qualcosa di naturale, perché istintivo, in questo turbamento che pervade quando ci si trova davanti qualcosa di sconosciuto. Sui confini (tra gli stati, i popoli, le culture, le generazioni…) si sono consumati molti conflitti: il racconto eziologico sul mancato incontro fra i troiani di Enea e i fenici di Didone (concerto del 10 settembre) ne è un esempio.

Ma la cultura serve proprio a far uscire ciò che è sconosciuto dall’ombra dell’ignoto, spogliandolo dell’aura oscura in cui lo abbiamo relegato. Ci è alleata un’altra forza, naturale quanto l’angoscia dell’ignoto: la curiosità per tutto ciò che è inedito. Quella curiosità che sicuramente provò Benedetto Marcello, quando, giovane, forse ragazzo, passando nei pressi del Ghetto in giorno di Sabato, udiva trapelare i canti delle sinagoghe, e che lo spinse a trascriverli e utilizzarne i temi per comporre i suoi salmi (concerto del 16 ottobre); che ci stimola a viaggiare, collezionando, dei luoghi attraversati e delle genti incontrate, ricordi fatti anche di canti espressi dalle diverse culture, di cui Hana, il 16 settembre, ci darà esempio. La nostra regione, terra di confine, ne ha vissuti entrambi gli aspetti: e se Gorizia, la città capitale europea della cultura per il 2025, con la sua divisione, testimonia le tragedie che possono avvenire ai confini, lungo quello stesso spartiacque si sono anche incontrati, non solo scontrati, popoli, culture, fedi, come nella vicina Trieste, dove convivono pacificamente diverse comunità religiose, perfettamente integrate nella città (concerto del 29 ottobre).

Pasolini, di cui il nostro festival celebra il centenario della nascita, uomo che i confini li superava agevolmente, spinto da quella curiosità che era autentico amore per l’altro: poeta, romanziere, saggista, regista passava da una disciplina all’altra, lasciando ovunque il segno. Accostò la musica da dilettante, ma con grande interesse e con la consueta acutezza, abbracciando le espressioni popolari del Friuli (17 settembre) come i capolavori bachiani e mozartiani  (29 settembre), fino a vagheggiare, in un romanzo autobiografico come Amado mio, gli scenari della musica a venire (12 novembre).

Pasolini è un intellettuale che sentiamo vicino a noi, come tre anni fa sentimmo vicino Leonardo: Altolivenzafestival è abituato ad accostare discipline diverse, a far incontrare competenze e culture lontane. Sul confine, senza alcun timore per quello che sta oltre, sentiamo tutta la curiosità per quello offre l’immenso spazio del Deserto dei Tartari.

Sandro Bergamo, direttore Altolivenzafestival


SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE


Giovedì 1 settembre 2022 ore 20.45 – Chiesa di S. Bartolomeo – Roveredo in Piano (PN)

Linea di confine tra Sacro & Profano

Ilaria Centorrino, organo

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Sabato 10 settembre 2022 ore 18.00 – Chiesa di S. Canciano Martire, Prato Carnico (UD)

L’INCONTRO MANCATO – Dido and Aeneas

Musica di Henry Purcell (1659-1695) – Libretto di Nahun Tate

Lia Serafini, Didone

Claudio Zinutti, Enea

Giulia Bolcato, Belinda

CAPPELLA ALTOLIVENTINA

Sandro Bergamo, maestro di coro

ORCHESTRA SAN MARCO

Alberto Busettini, maestro concertatore al cembalo

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Venerdì 16 settembre ore 20.30 – Polcenigo (PN)

HANAViaggio tra le culture del sud d’Europa

20.30 Chiesa di Ognissanti

21.00 Chiesa di S. Rocco

21.30 Mulino Sanchini

DUO HANA

Hersi Matmuja, voce e percussioni

Ilaria Fantin, arciliuto e voce

Guida ai luoghi del concerto  a cura di Alessandro Fadelli

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Sabato 17 settembre 2022 ore 20.45Parco ai Mulini – Pasiano di Pordenone (PN)

MARILENGHEViaggio nel Friuli di Pasolini

Marisa Scuntaro, voce

Lucia Clonfero , violino

Michele Pucci, chitarra

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Domenica 18 settembre ore 16.00Tenuta Setten – Mansuè (TV)

L’itinerario di Ella Adaïewsky tra due mondi e due secoli

Cristina Dal Tin,  soprano

Nicola Bulfone, clarinetto

Andrea Rucli,  pianoforte

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Mercoledì 28 settembre 2022 ore 20.45Maron di Brugnera, Chiesa di S. Michele Arcangelo.

L’organo in Germania fra ‘600 e ‘700

Simone Vebber, organo

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Giovedì 29 settembre 2022 ore 20.45Villa Frova, Stevenà di Caneva (PN)

La “leggerezza mortuaria” di Mozart: musica nei film di Pasolini

QUINTETTO ARRIGONI

Laura Bortolotto, Eleonora De Poi, violini

Jessica Orlandi, Clelia Gozzo, viole

Marco Venturini, violoncello

Introduzione al concerto a cura di Roberto Calabretto.

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Giovedì 6 ottobre 2022 ore 20.45Villa Varda – Brugnera (PN)

Musica in casa Morpurgo

Elementi dell’Oberton String Octet:

Jevgēnijs Cepoveckis, violino primo

Israel Ignacio Gutiérrez Vildosola, violino secondo

Alberto Stiffoni, viola

Dorottya Standi, violoncello

Irina Vaterl, pianoforte

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Domenica 9 ottobre 2022 ore 17.00 – Duomo di Valvasone (PN)

Vespro per gli Indios Guaranì

CAPPELLA ALTOLIVENTINA

Martina Zaccarin, Alice Fraccari, Paola Crema, soprani

Giovanna Dissera Bragadin, Lisa Friziero, Sara Tommasini, alti

Roberto Cozzarin, Danilo Zeni, Claudio Zinutti, tenori

Luciano Russo, arciliuto

LABIRINTO ARMONICO

Pierluigi Mencattini, violino barocco

Roberto Torto, flauti

Galileo Di Ilio, violoncello barocco

Gregory Coniglio, violone

Walter D’Arcangelo, organo

All’organo Colombi

LUCA SCANDALI

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Domenica 16 ottobre 2022 ore 16.00Chiesa di S. Ignazio – Gorizia  

Echi dal Ghetto

CAPPELLA ALTOLIVENTINA

Martina Zaccarin, soprano

Lisa Friziero, contralto

Claudio Zinutti, tenore

Sandro Bergamo, basso

Luciano Russo, arciliuto

Marco Delle Vedove, violoncello

Marcello Bon, violone

Beppino Delle Vedove, clavicembalo

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Domenica 23 ottobre 2022 ore 15.30Portobuffolè (TV)

VISITA A PORTOBUFFOLE’

15.30 –  Partenza da Piazza Ghetto

Pasolini e i canti di un’allegra brigata

CONCERTO IN SALA DEL FONTEGO

Le musiche nel Decameron e ne I racconti di Canterbury tra Medioevo e tradizione popolare

MICROLOGUS

Patrizia Bovi, canto, arpa, buccina (tromba medievale)

Goffredo Degli Esposti, flauto diritto, flauto bicalamo, cornamusa

Gabriele Russo, viola, ribeca, buccina (tromba medievale)

Peppe Frana, liuto, citola, crotali, cimbali

Enea Sorini, canto, cembalo (tamburello), naccaroni

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Sabato 29 ottobre 2022 ore 20.45Chiesa di San Nicolò Vescovo – Sagrado (GO)

A solis ortu usque ad occasum

liturgie d’oriente e occidente a confronto

CAPPELLA ALTOLIVENTINA

Martina Zaccarin, soprano

Lisa Friziero, contralto

Claudio Zinutti, tenore

Sandro Bergamo, basso e direzione

Con la partecipazione di Karina Oganian

CORO SERBO-ORTODOSSO DELLA CHIESA DI S. SPIRIDIONE (TS)

Anna Kaira, direttrice

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Venerdì 4 novembre 2022 ore 20.45Chiesa di Santi Martiri Canziani – S. Canzian d’Isonzo (GO)

Biblia Pauperum

drammi liturgici nel medioevo friulano

CAPPELLA ALTOLIVENTINA

Martina Zaccarin

Mara Corazza

Flavia Del Giudice

Monica Falconio

LA PIFARESCA

Mauro Morini, trombone

Marco Ferrari, flauti, bombarda, cornamusa

Alice Martina, arpa

Roberto Squillaci, organo

Sandro Bergamo, direttore

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Sabato 12 novembre 2022 ore 18.00 – Essicatoio Bozzoli (Sala esposizioni) – San Vito al Tagliamento (PN)

Nuove note, nuovi segni

Pasolini e il sogno di una musica del futuro

Jacobo Hernández Enríquez, violino

Leo Morello, violoncello

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Sabato 26 Novembre 2022 – ore 20.45 – Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone – Spilimbergo (PN)

Bach nei film di Pasolini

Orchestra Barocca San Marco di Pordenone

Matteo Zanatto, Marialuisa Barbon, Mauro Spinazzè, violini

Alessandro Lanaro, viola – Carlo Zanardi, violoncello

Federico Salotto, contrabbasso – Gabriele Cassone, tromba

Paolo Faldi, Martino Noferi, oboi – Davide De Lucia, clavicembalo

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Cinema e letteratura

Settembre – ottobre 2022, Sala Damiano Chiesa – Francenigo (TV)

ALTOLIVENZAFESTIVAL GIOVANI 2022

DOMENICA 6 FEBBRAIO 2022 – PASIANO DI PORDENONE – TEATRO GOZZI

TOMITA YUME, violino

ACCADEMIA D’ARCHI ARRIGONI – Domenico Mason, direttore

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GIOVEDI’ 10 FEBBRAIO 2022 ore 20.45 – STEVENA’ DI CANEVA – VILLA FROVA

ELEONORA E BEATRICE DALLAGNESE, pianoforte a quattro mani

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DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022 ore 16.00 – PORTOBUFFOLE’ – DUOMO DI S. MARCO

ISMAELE GATTI, organo

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ATTENZIONE: EVENTO RINVIATO A: DOMENICA 20 MARZO 2022 ore 16.00

PRATA DI PORDENONE – TEATRO PILEO

CORO VOCI BIANCHE GARDA TRENTINOEnrico Miaroma, direttore

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BIGLIETTO: intero 8€ – ridotto 5€* – prenotazione obbligatoria (*Giovani con meno di 15 anni, adulti con più di 65 anni, soci dell’Associazione Culturale Altoliventina a. p. s.)

VENDITA BIGLIETTI: Teatro Pileo il giorno stesso del concerto dalle 14.30


PRENOTAZIONI: Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti e nel rispetto delle vigenti disposizioni anti Covid-19. Tel. 0434.1834786 – cell. 333.8352808 (Lunedì, Martedì e Venerdì dalle 15.00 alle 19.00) info@altolivenzacultura.it


Chiesa di S. Giovanni dei Cavalieri

LA CHIESA DI SAN GIOVANNI DEI CAVALIERI

arte, musica, storia

‘Ecclesie hospitalis sancti Johannis de Prata, unum mansum, iacentem in Prata Veteri, et vigintiquinque libras denariorum venetorum ad emendum libros praedictae ecclesie, in cuius cemeterio corpus suum constituit sepeliri’.

Nel 1262, il conte Guecello II veniva sepolto, per sua volontà, nella chiesa di San Giovanni, a Prata di Pordenone. Irriducibile ghibellino, aveva combattuto a fianco di Ezzelino III, ritirandosi, dopo la tragica fine degli ultimi da Romano, nei suoi possedimenti di Prata.

La chiesa di San Giovanni, faceva parte di un ospizio dei Cavalieri Ospitalieri di Gerusalemme e venne eretta nella prima metà del XIII secolo, probabilmente per volontà dello stesso Guecello. Il complesso ospitaliero adiacente alla chiesa, oggi non più visibile in quanto gli ultimi resti sono stati distrutti durante la costruzione delle case d’abitazione, non doveva essere particolarmente grande, anche se possedeva una sua importanza strategica, in quanto, assieme agli ospizi giovanniti di Arta Terme e di san Tomaso di Susans da cui dipendeva, si trovava a controllare la strada che univa le valli oltramontane con la laguna.

IL RESTAURO

La chiesa, più volte riedificata, ha subito un lungo e inarrestabile degrado, tanto che, nel 2007, è stato indispensabile sottoporla a consolidamento e a un accurato restauro.

LA CHIESA DI PRIMA FASE – Il cimitero dei Prata

Vista dall’esterno, la chiesa appare come un piccolo fabbricato rettangolare con un’abside quadrata e un piccolo campanile a vela.

Varcando la porta, si rimane piuttosto sorpresi nell’osservare due arche monumentali fissate alle pareti da due poderose mensole di pietra. Vicino all’acquasantiera, si può scorgere una lapide sepolcrale trecentesca, e un’altra poco distante. Una terza è murata sul piano dell’altare.

Nel corso dello scavo archeologico compiuto nel 2007, che ha interessato il piano pavimentale della chiesa, si sono potute evidenziare tre fasi costruttive distinte, che, partendo dalla prima fondazione della chiesa, collocabile nella seconda metà del XIII secolo, giungono fino ai nostri giorni. La prima fase, la più interessante, appare legata indissolubilmente alla storia dinastica dei conti di Prata, storia che lo scavo stesso ha permesso di chiarire in alcuni suoi aspetti.

Lo scavo si è presentato subito molto complesso ed è stato eseguito rispettando i canoni e le tecniche dell’antropologia funeraria, cercando di ottenere il maggior numero di informazioni possibili sulle caratteristiche e sulla sequenza delle sepolture. I resti ossei sono poi stati accuratamente restaurati, classificati e analizzati. I risultati dello studio sono stati estremamente interessanti.

I CONTI DI PRATA

All’interno della chiesa, sulla parete nord, si conservano due arche posizionate all’altezza di circa 2 metri, realizzate per due esponenti del casato dei Prata: Pileo I e Nicolò I.

La seconda arca dichiara di contenere le spoglie mortali di Nicolò I e della moglie Caterina di Castrocucco: ‘Sepolcro del nobiluomo signor Nicolò di Prata e di sua moglie, la signora Caterina di Castrocucco, che morì nell’anno del signore 1344, il 23 di agosto. L’arca presenta sul fronte tre rilievi marmorei alternati da due lastre in marmo rosso: ai lati sono raffigurati san Franceso e san Giovanni Battista, mentre al centro si colloca una Madonna in trono con Bambino, inserita all’interno di un’edicola. Una cornice dentellata completa la decorazione del prospetto che termina, nella parte superiore, con una fascia a motivo floreato. Questi due elementi, caratterizzano anche i fronti laterali, molto più semplificati e privi di rilievi. Nella parte inferiore, l’arca presenta una lastra modanata, sulla quale è incisa l’iscrizione, Le tracce di colore ancora presenti sul marmo dell’arca, dimostrerebbero che anche l’arca di Nicolò era policroma. Una recente rilettura confermerebbe l’appartenenza dell’opera alla bottega del veneziano Andriolo De Sanctis

GUECELLO II

Nel periodo tra la metà del XII e la metà del XIII secolo, la Marca Trevigiana ed il Friuli appaiono come due aree ben distinte. Mentre ad ovest del Livenza si affermano i Comuni, soprattutto quello di Treviso, nel Friuli è predominante invece uno stato ecclesiastico di tipo tedesco, che mantiene un carattere di chiara impronta agrario-feudale: il Patriarcato di Aquileia. Dal punto di vista politico, i signori di Treviso, ovvero la potente famiglia dei da Romano, e i Patriarchi, si trovarono quasi costantemente sulla sponda opposta. Dagli anni ’60 del XII secolo fino al 1232, i da Romano sono da considerare quasi sempre Guelfi e i Patriarchi di Aquileia, ghibellini. Solo per un breve periodo, cioè dal 1232 al 1245, i da Romano e i Patriarchi, si trovarono sulla stessa sponda, cioè quella filo imperiale. Ma a partire dal 1245 il Patriarca di Aquileia passò al partito guelfo, mentre Ezzelino III da Romano rimase ghibellino: un perfetto rovesciamento della situazione iniziale.

Le ostilità tra i da Romano e i Patriarchi coincisero quasi sempre con quelle tra ghibellini e guelfi, cessando, dopo la morte di Federico II, cioè dopo il 1250, semplicemente per le difficoltà politiche di Ezzelino.

L’influenza dei da Romano fu particolarmente importante a ovest del Livenza, che rappresentò un confine naturale per l’espansione dei trevigiani verso il Friuli, mentre a est l’influenza fu in qualche modo regolata dalla famiglia dei da Prata, avvocata dei vescovadi di Ceneda e di Concordia e potenti signori, nel Friuli occidentale, di un territorio piccolo ma strategico, posto all’ingresso del territorio patriarcale.

Già intorno al 1160, dopo la sconfitta contro Ezzelino il Balbo, che agiva per conto di Treviso, Guecello I da Prata fu costretto a diventare cittadino trevigiano e a imparentarsi coi da Romano 

Nel 1228 il nipote di Guecello I, Guecello II, compare tra i consiglieri di Ezzelino III e nel 1247 ‘per grazia di Ezzelino e in sua presenza’ assume la carica di Podestà di Padova, che tenne fino al 1249. Guecello II ed Ezzelino, insieme, aiutarono Federico II nello sfortunato assedio di Parma e ancora, nel 1256, Ezzelino creò Podestà di Vicenza Mainardo, figlio di Guecello II.

Ovviamente, il legame tra i da Romano e i da Prata turbò profondamente i rapporti con il Patriarca di Aquileia, anche se il fenomeno era generale: non solo loro, ma anche numerose famiglie nella stessa area alpina trovarono utile abbandonare le consuete fedeltà vassallatiche per poggiarsi ai comuni cittadini. Insomma, i signori di Prata non avevano fatto niente di più di tante altre famiglie nobili, che vedevano nei potenti comuni nuove possibilità di sviluppo e nuovi vantaggi.

Il tramonto degli imperiali e la morte di Ezzelino, il 28 settembre 1259, seguito dalla fine della famiglia dei da Romano, mise certamente a disagio i Prata, che finirono per far pace con il Patriarca. Le condizioni furono piuttosto onerose, in fatto di cessione di territori e indennità di guerra, ma il prestigio e la potenza dei da Prata rimasero indenni. Guecello si ritirerà definitivamente nei propri possedimenti, morendo nel 1262. Aveva avuto otto figli dalla moglie Milisenda, il che assicurava una stirpe florida e numerosa.

La famiglia dei Prata, nonostante la sconfitta della parte imperiale, si conservò sempre ghibellina. Nonostante che nel periodo dalla morte di Guecello sino al 1272, di loro non si abbiano particolari notizie, i conti di Prata parteciparono attivamente alla vita politica del Friuli. I Prata compaiono tra i congiurai per l’assassinio del Patriarca Bertrando, nel 1350, e probabilmente parteciparono all’assassinio dell’Abate di Moggio

I CONTI DI PRATAla malattia

Al tempo del grande scisma, i Prata ebbero un ruolo strategico durante il concilio di Cividale del 1409, quali difensori di Papa Gregorio XII. Lo stesso Papa fu ospite dei Prata, tra il 20 e il 26 maggio dello stesso anno ed è probabile che lo stesso pontefice abbia celebrato messa nella chiesa di san Giovanni

Verso la metà del Trecento la famiglia dei Prata era composta da una ventina di membri, quasi tutti coetanei. Poco più di due decenni dopo, però, troviamo attivo solo il ramo famigliare di Niccolò III.

Come mai una famiglia che, intorno al 1340, contava una ventina di individui, si è estinta all’inizio del Quattrocento? La risposta è nell’analisi dei resti ossei, dalla quale risulta una malattia, la Treponematosi, che ha lasciato tracce singolari nello scheletro e che ha colpito i maschi, proprio a partire dal 1340. E una malattia di cui non abbiamo altri riscontri in Europa, se non nei Balcani. È una malattia che dà infiammazione delle ossa, con deformazioni, impotenza fisica e morte, ma non manifesta subito i suoi effetti, sicché può essere trasmessa da padre a figlio. Inoltre comporta infertilità.

La parabola dei Prata era ormai in discesa. Nel 1419 Prata verrà distrutta dai veneziani e poco dopo la famiglia si estinguerà con la morte, avvenuta presso Vienna, di Tolberto II. La contea venne assegnata da Venezia ai Floridi di Spilimbergo e da questo momento Prata, ormai distrutta, seguirà i destini veneziani.

LA CHIESA DI SECONDA E TERZA FASE

In un arco cronologico assai ristretto, compreso tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV, la chiesa di prima fase viene interamente abbattuta per far spazio a un nuovo edificio. L’edificio di seconda fase si presenta così ingrandito, arrivando a misurare 18 metri di lunghezza per 9 di larghezza. L’ultimo intervento edilizio a interessare la chiesa di san Giovanni, nel XVII secolo, vede ricostruita completamente la facciata, rifatta l’abside e messo in opera il pavimento in cotto. (Simone Masier)

Nell’ambito dei restauri è stata recuperata anche la pala di San Giovanni, della quale si è scoperto l’autore: è un celebre artista del Cinquecento, il Montemezzano. Ci sono poi altre opere, che non hanno importanza artistica rilevante, ma dimostrano l’attaccamento devozionale a questa chiesa. (Ettore Polesel)

L’ospizio gerosolimitano, compresa la chiesa di san Giovanni, dopo la morte dell’ultimo priore residenziale, avvenuta nel 1456, passerà in commenda alla famiglia patrizia veneta del Lippomani, che la conserverà, fino all’estinzione della famiglia, avvenuta nel 1856. 

PROPRIUM MISSAE IN NATIVITATE SANCTI IOHANNIS

Cappella Altoliventina
Roberto Spremulli, solo
Sandro Bergamo, direttore

I testi e i video sono tratti da:

La chiesa di San Giovanni dei Cavalieri: arte, musica, storia a cura di Fabio Cavalli e Sandro Bergamo.

Altoliventina Editrice   www.altolivenzacultura.it

Percorso turistico e mappa dell’accoglienza

Mappa dell’accoglienza

Cosa vedere, dove mangiare e dove dormire

PERCORSO TURISTICO: cosa vedere a Prata di Pordenone

Tempio di S. Giovanni dei Cavalieri (XIII sec. )

Via S. Giovanni, 33080 Prata di Pordenone PN


Chiesa dei Ss. Simone e Giuda Taddeo (XIII sec.)

Via San Simone, Prata di Pordenone 33080 Prata di Pordenone PN


Capitello Brunetta, affresco di Gian Francesco da Tolmezzo

Via San Simone, Prata di Pordenone 33080 Prata di Pordenone PN


VICINO A PRATA DI PORDENONE

Parco dei Molini e Parco delle Munaressa

Via Molini, Pasiano di Pordenone


Villa Varda

Via Villa Varda, 2 33070 Brugnera (PN)

info@villavarda.it

https://www.villavarda.it/


CONCERTO DI NATALE 2021 – Vespro di Santa Lucia

SABATO 11 DICEMBRE 2021 ore 20.45 – Chiesa Parrocchiale di S. Lucia – Prata di Pordenone

VESPRO DI SANTA LUCIA

Cappella Altoliventina – Orchestra Tiepolo Barocca

Dir. Sandro Bergamo

Musiche di Claudio Monteverdi

Martina Zaccarin, Alice Fraccari, Alessandra Tessaro, soprani

Sara Tomasini, Lisa Friziero, Monica Falconio, contralti

Claudio Zinutti, Roberto Cozzarin, Danilo Zeni, tenori

Sandro Bergamo, Giovanni Bertoldi, Valentino Pase, bassi

Flavio Cinquetti, cornetto

Matteo Zanatto, violino

Isobel Cordone, violino

Clelia Gozzo, viola

Carlo Zanardi, violoncello

Daniele Rosi, violone

Andrea D’Incà, trombone

Luciano Russo, arciliuto

Roberto Squillaci, organo

 

Altolivenzafestival 2021

“Donne ch’avete intelletto d’amore…”

Altolivenzafestival 2021 – XXVII Edizione

Dante Alighieri – 700 anni dalla morte

La presenza delle donne nella vita musicale è stata per secoli trascurata, ostacolata o del tutto proibita. Ancor oggi, pur in situazione molto più favorevole, in alcuni ruoli (direzione, composizione) la presenza femminile stenta ad affermarsi.

                  Eppure un filone sotterraneo scorre lungo i secoli: Ildegarda di Bingen, Francesca Caccini, Barbara Strozzi, Isabella Leonardi, Fanny Mendelsshon, Clara Wieck, Rebecca Clarke, Nadia Boulanger, Sofia Gubaidulina sono solo alcune delle compositrici che, dal Medioevo a oggi, hanno lasciato importanti testimonianze del loro talento. I monasteri femminili sono stati luoghi di pratica musicale e d’elaborazione di repertori pensati per le monache. La stessa Ildegarda componeva per le monache di cui era badessa.

Molte compositrici hanno vissuto la musica in famiglia: sorelle, figlie, mogli di musicisti, spesso di ostacolo alla loro affermazione, come per Fanny Mendelsshon, sorella di Felix e Clara Wieck, moglie di Schumann protagoniste del concerto di Laura Antonaz.  Ostacoli che talvolta quasi la vincono sul talento, come fu per Rebecca Clarke,  afflitta da una vera e propria distimia che la portò a celare la sua attività di compositrice, che pure tanto successo aveva avuto agli esordi: a qualità della sua musica potrà essere apprezzata dal bel quartetto che gli accademisti della BRSO affiancheranno all’ottetto di Schubert.

Se stentano ad affermarsi come interpreti o compositrici, le donne sono invece protagoniste come personaggi: lo sono nell’opera, con due figure care al pubblico come Violetta (Traviata di  Verdi) e Cio-Cio-San (Madama Butterfly di Puccini);  Donna e circondata da altre presenze femminili, la virgiliana Didone, nell’opera in programma a Sacile, Dido and Aeneas di Henry Purcell (1659-95), il maggior  musicista inglese del periodo barocco: l’opera fu rappresentata per la prima volta in un convitto londinese per giovani gentildonne, che furono probabilmente anche le prime interpreti del capolavoro di Purcell.

Donne, infine, erano quelle che stavano sotto la croce di Cristo, abbandonato da tutti i discepoli, a esclusione di Giovanni: sono loro le protagoniste del Planctus Mariae, dramma liturgico aquileiese, rappresentato ad Aviano, nella chiesa di S. Giuliana.

La donna è protagonista della poetica dantesca, un tema che, nel settimo centenario di Dante, è l’altro polo di questa XXVII edizione. Nota è l’ammirazione che Liszt ebbe per la Divina Commedia, coltivata in particolare durante i suoi soggiorni italiani, e sfociata in alcuni brani degli Années de pèlerinage: la sonata-fantasia Après une lecture de Dante che una giovane donna, la pianista livornese Michelle Candotti eseguirà assieme ad altri brani lisztiani ispirati alla poesia italiana (Tre Sonetti del Petrarca) ne è la migliore testimonianza.

Anche il cinema trova, fin dalle origini, grande ispirazione nel capolavoro dantesco, soprattutto nella prima cantica. Tra le prime pellicole ad essere prodotte, L’inferno, film di Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Padovan, del 1911, che Ferruccio Bartoletti commenterà improvvisando all’organo..

È invece un’altra opera dell’Alighieri, il De vulgari eloquentia a ispirare il De vulgari musica, viaggio con il gruppo vocale Juvenes Harmonie lungo la penisola attraverso le espressioni del canto popolare.

La tematica femminile sarà affrontata anche in eventi collaterali, dedicati ad altre forme artistiche: al cinema, nelle proiezioni realizzate in collaborazione col Circolo La Corrente; e alla pittura, con la singolare figura della friulana Irene da Spilimbergo, donna dai molteplici interessi culturali che spaziavano dalle lettere, alla musica e, appunto, alla pittura.


Mercoledì 1 Settembre 2021 ore 20.45  – Chiesa di S. Bartolomeo – Roveredo in Piano (PN)

TRIO SERAPHIM

Marta Močnik Pirc, soprano

Jure Gradišnik, tromba

Klemen Karlin, organo

Musiche di Purcell, Scarlatti, Handel Florjanc, Močnik

In collaborazione con: Comune di Roveredo in Piano, Parrocchia di S. Bartolomeo, Accademia Organistica Udinese, Gruppo Corale Gialuth,


Giovedì 9 settembre 2021 ore 20.45 – Chiostro di S. Giacomo – Polcenigo (PN)

De vulgari musica

CORO IUVENES HARMONIAE

Eleonora Petri, Tommaso Zanello, direttori

Musiche tradizionali delle regioni italiane

In collaborazione con: Comune di Polcenigo, Parrocchia di Polcenigo


Domenica 19 settembre 2021 ore 16.00 – Tenuta Tomasella – Mansuè (TV)

L’universo femminile all’operadue destini tra oriente e occidente

Anna Viola, La Traviata (Violetta Valéry)

Sara Pegoraro, Madama Butterfly (Cio Cio-san)

Alessandro Cortello, Pinkerton /Alfredo

Federico Lovato, pianoforte

Francesco Rocco Rossi, musicologo

Musiche di Verdi e Puccini

In collaborazione con: Comune di Mansuè, Tenute Tomasella


Giovedì 23 settembre 2021 ore 18.00 – Villa Frova – Stevenà di Caneva (PN)

Inaugurazione mostra

Donne ch’avete intelletto d’amoreIl Giglio e l’Airone nella Bottega del Legno

 ORARIO APERTURE: dal 23 settembre al 3 ottobre

SABATO 16.00 – 18.30 

DOMENICA 10.00 – 12.00/16.00 – 18.30

In collaborazione con: Comune di Caneva, Cooperativa Sociale “Il Giglio”, Cooperativa Sociale ACLI, Cooperativa Sociale Airone


Giovedì 23 settembre 2021 ore 20.45 – Villa Frova – Stevenà di Caneva (PN)

Paarweise…a due a due

Laura Antonaz, soprano

Elia Macrì, pianoforte

Musiche di Clara Wieck e Robert Schumann, Fanny e Felix Mendelssohn, Alma e Gustav Mahler 

In collaborazione con: Comune di Ceneva


Domenica 26 settembre 2021 ore 11.00 – Villa Varda – Brugnera (PN)

Concerti domesticiLa musica celata di Rebecca Clarke e Franz Schubert

ACCADEMISTI DELLA BRSO (Monaco di Baviera)

Fidelis Edelmann, clarinetto

Hana Hasegawa, fagotto

Nuno Miguel Nogueira, corno

Sören Bindemann, violino 1

Laura Bortolotto, violino 2

Héctor Cámara Ruiz, viola

Laura Moinian, violoncello

Mattia Riva, contrabbasso 

Musiche di Rebecca Clarke e Franz Schubert

In collaborazione con: Comune di Brugnera, CRAL Brugnera


Giovedì 30 settembre 2021 ore 20.45 – Villa Varda – Brugnera (PN)

“Vergine bellissima, letterata, musica et incamminata al disegno”

Irene da Spilimbergo, nobile friulana del XVI secolo

DOPPI CORI duo canto e liuto

Martina Zaccarin, soprano

Luciano Russo, liuto

Maria Marzullo, storica dell’arte

Musiche di vari autori del rinascimento veneziano

In collaborazione con: Comune di Brugnera, Associazione Terra Mater


Sabato 2 ottobre 2021 ore 20.45 – Chiesa di S. Giacomo – Savorgnano di S. Vito al Tagliamento

L’Inferno (1911)

Film di Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Padovan.

Commento improvvisato all’organo di

Ferruccio Bartoletti

In collaborazione con: Accademia Organistica Udinese, Parrocchia di Savorgnano


Domenica 3 ottobre 2021 ore 16.00 – Duomo di Valvasone – Valvasone (PN)

Soror mea, sponsa meaIl Cantico dei Cantici nei Conventi

CAPPELLA ARTEMISIA

Silvia Vajente – Floriana Fornelli, soprano

Elena BiscuolaElena Carzaniga – Candace Smith, mezzosoprano

Miranda Aureli, organo

Dir. Candace Smith

In collaborazione con: Associazione per i concerti di musica antica di Valvasone


Domenica 10 ottobre 2021 ore 20.45Palazzo Regazzoni-Biglia – Sacile (PN)

Dido and Aeneas,

Musica di Henry Purcell (1659-1695) – libretto di Nahun Tate

Lia Serafini, Didone

Claudio Zinutti, Enea

Carlotta Colombo, Belinda

CAPPELLA ALTOLIVENTINA

Martina Zaccarin, 1^ strega/soprano

Mara Corazza, 2^ dama/soprano

Michaela Magoga, maga/alto

Flavia Del Giudice, 2^ strega/alto

Claudio Zinutti, tenore

Cristian Miola, Marinaio/Spirito/tenore

Sandro Bergamo, basso

Valentino Pase, basso

ORCHESTRA SAN MARCO

Giacomo Catana, violino

Luca Ranzato, violino

Clelia Gozzo, viola

Cristina Vidoni, violoncello

Michele Gallo, violone

Alberto Busettini, maestro concertatore al cembalo

In collaborazione con: Comune di Sacile, Orchestra e Coro San Marco, Coro Livenza


Domenica 24 ottobre 2021 ore 16.00Chiesa di Santa Giuliana in cimiteroCastello d’Aviano (PN)

Quem quaeritis, mulieres?Inquietudini femminili nell’autunno del medioevo

CAPPELLA ALTOLIVENTINA

Flavia Del Giudice

Monica Falconio

Alessandra Tessaro

Martina Zaccarin

Marcella Campagnaro, viella

Ludovico Mosena, flauti, cialamello, ghironda

Claudio Sartorato, flauti, cialamello

Dir. Sandro Bergamo

Musiche del XIV sec.

Don Simone Toffolon, direttore del Museo Diocesano di Pordenone, guida alla scoperta della chiesa di Santa Giuliana

In collaborazione con: Parrocchia di Castello di Aviano


Venerdì 5 novembre 2021 ore 20.45Chiesa di S. Giovanni Battista – Meduna di Livenza (TV)

De vulgari musica

CORO IUVENES HARMONIAE

Eleonora Petri, Tommaso Zanello, direttori

Musiche tradizionali delle regioni italiane

In collaborazione con: Comune di Meduna di Livenza


Giovedì 11 novembre 2021 ore 20.45Centro Culturale Aldo Moro – Cordenons (PN)

Pellegrinaggi lisztiani nell’Italia di Dante

Michelle Candotti, pianoforte

Fabio Scaramucci, voce recitante

In collaborazione con: Comune di Cordenons, Ortoteatro, NS/DL Nei Suoni Dei Luoghi, Progetto Musica, Orchestra e Coro San Marco

INGRESSO: INTERI € 8,00 – RIDOTTI (> 65 – < 15; soci Altoliventina) € 5


Giovedì 25 novembre 2021 ore 20.45Chiesa di S. Michele Arcangelo – Maron di Brugnera (PN)

Circoli Bachiani

Ilaria Centorrino, organo


Rassegna cinematografica

in collaborazione con: Associazione Culturale “La Corrente”

SETTEMBRE – OTTOBRE  2021Sala Damiano Chiesa – Francenigo (TV)

Lunedì 20 settembre ore 20.45

La bicicletta verde

Lunedì 4 ottobre ore 20.45

Il mistero di Dante

Lunedì 18 ottobre ore 20.45

Dio è donna e si chiama Petrunya


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PRENOTAZIONI E BIGLIETTI:

ASSOCIAZIONE CULTURALE ALTOLIVENTINA a. p. s. Via Martiri della Libertà 16/1 – 33080 Prata di Pordenone (PN)

Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti e nel rispetto delle vigenti disposizioni anti Covid-19.

Tel. 0434.1834786 – cell. 333.8352808 (Lunedì, Martedì e Venerdì dalle 15.00 alle 19.00)

Mail – info@altolivenzacultura.it               


Altolivenzafestival giovani 2021

altolivenza giovani

DOMENICA 6 GIUGNO 2021 ore 16.30 – Prata di Pordenone, Teatro Pileo

Sebastiano Zorza – Marco Gerolin, fisarmonica

Accademia d’archi Arrigoni

Dir. Valter Sivilotti

BIGLIETTO: intero 8 € – ridotto 5€* – (Giovani con meno di 15 anni, adulti con più di 65 anni, soci di Associazione Culturale Altoliventina a. p. s.)


GIOVEDI’ 10 GIUGNO 2021 ore 20.30 – Stevenà di Caneva, Villa Frova

Cosmin Marian Pavel, clarinetto

Jakob Aumiller, pianoforte


DOMENICA 13 GIUGNO 2021 ore 16.30 – Portobuffolè, Duomo di S. Marco

Ilaria Centorrino, organo


DOMENICA 20 GIUGNO 2021 ore 11.00 – Pasiano di Pordenone, Parco dei Molini

Arpa e flauto – storia di un duo attraverso i secoli

Maria Lincetto, flauto

Sofia Masut, arpa


Per tutti i concerti si consiglia la prenotazione!

BIGLIETTI E PRENOTAZIONI: Tel. 0434.312666 – cell. 333.8352808 (Lunedì, Martedì e Venerdì dalle 15.00 alle 19.00)

Mail – info@altolivenzacultura.it