Concorso di idee per la realizzazione della grafica di ALTOLIVENZAFESTIVAL 2024
1. Promotore del bando
Il bando di concorso è indetto dall’Associazione Culturale Altoliventina aps, organizzatrice del festival musicale Altolivenzafestival.
2. Oggetto e obiettivo del bando
L’obiettivo del bando di concorso è quello di elaborare l’immagine coordinata e realizzare la grafica di Altolivenzafestival 2024 – Acqua
In particolare. si chiede che il progetto abbia le seguenti caratteristiche:
un marchio / logotipo rappresentativo del tema della XXX edizione di Altolivenzafestival, quella del 2024, che ha per tema l’Acqua;
l’elaborazione di locandine, manifesti, poster, programmi di sala contenenti, oltre a detto marchio/logotipo, anche quelli dell’associazione, della Regione FVG e della Fondazione Friuli e graficamente coordinati in modo da essere sempre riconoscibili come realizzazione della medesima idea.
locandine, manifesti e poster dovranno costituire le basi sulle quali poi inserire, eventualmente anche come sovrastampa, le informazioni e immagini attinenti il singolo evento del Festival.
Il/la vincitore/rice del concorso riceverà l’incarico di realizzare la grafica per Altolivenzafestival 2024 – Acqua.
3. Condizioni di partecipazione
La partecipazione è aperta a studi professionali, a grafici e designer singoli o organizzati in gruppo. In quest’ultimo caso è necessaria l’identificazione di un progettista o capofila del gruppo col quale sarà poi stipulato, in caso di vittoria, il contratto di incarico e tutti gli atti inerenti e conseguenti.
4. Elaborati richiesti e modalità di invio
Per la partecipazione al presente bando, è richiesti l’invio:
Di un marchio / logotipo
di un modello di locandina formato A3
della copertina e di una pagina tipo del programma di sala in formato A5
I materiali grafici realizzati dovranno essere consegnati all’Associazione in formato editabile con Adobe Acrobat o mediante l’uso di software gratuiti, dei quali andrà indicato il link, al fine di permettere all’Associazione l’inserimento degli specifici contenuti artistici.
La mancata ottemperanza di tale requisito è causa di esclusione dalla presente procedura selettiva; in tali casi, la Commissione procederà all’assegnazione dell’incarico al candidato successivo secondo la graduatoria di merito.
Gli elaborati andranno inviati entro il 30 aprile 2024 all’indirizzo info@altolivenzacultura.it, unitamente al modulo di iscrizione compilato.
5. Criteri e modalità di valutazione
Gli elaborati così pervenuti saranno valutati entro il 20 maggio 2024 da una commissione di tre persone, membri dell’associazione o di associazioni partner, con competenze specifiche in grafica, comunicazione od organizzazione di eventi culturali. Ogni componente riceverà gli elaborati in forma anonima, senza la scheda di iscrizione, ed esprimerà un giudizio secondo i seguenti parametri:
Criteri di originalità e coerenza del marchio / logotipo
Massimo 30 punti
Riconoscibilità ed efficacia comunicativa dei vari elementi proposti
Massimo 20 punti
Rispondenza ai requisiti di usabilità
Massimo 20 punti
Aderenza alla tematica ‘Acqua’ dell’edizione 2024
Massimo 30 punti
6. Assegnazione dell’incarico, modalità di attuazione e condizioni economiche
Come previsto dall’art. 2 del presente bando, al/la primo/a classificato/a sarà dato incarico di realizzare il progetto grafico di Altolivenzafestival 2024 – Acqua.
L’incaricato/a dovrà realizzare, nella modalità grafiche del progetto presentato:
la copertina del programma di sala in formato A5
un modello di pagina di detto programma di sala
un modello di locandina formato A3
un modello di manifesto 100×140
un poster formato 6×2
un poster formato 6×3
Gli elaborati andranno forniti in formato editabile, come indicato nel precedente art. 4.
Gli elaborati andranno forniti, pronti per la stampa, entro il 30 giugno 2024. Tale termine potrà essere prorogato in caso di ritardo nella consegna del materiale da parte della committente. Tale proroga non potrà superare i 20 gg, (inclusi quelli non lavorativi) dalla consegna dell’ultimo materiale.
Per tale incarico è previsto un compenso di € 1.500,00, al lordo di iva, ritenuta d’acconto e di ogni ritenuta, imposta o tassa.
7. Negoziazione, confronto e condivisione del progetto attuativo
Il/la prima/o classificato/a si rende disponibile, prima di passare alla fase attuativa, a confronti con la committente ispirati alla logica della condivisione del progetto per adattarlo alle esigenze specifiche della stessa e alle eventuali note della Giuria.
8. Copyright
Con l’atto stesso di partecipare al bando, chi concorre cede alla committente ogni diritto di proprietà sul materiale prodotto. La committente si impegna comunque a evidenziare in ogni occasione la responsabilità della progettazione grafica.
Musica classica e leggera si fondono in un evento in grande stile con coro, orchestra e la magnifica Antonella Ruggiero
Concerti originali
Itinerari cicloturistico-musicali alla scoperta dell’arte nelle nostre città
Luoghi meravigliosi
Piccoli ensemble e grandi orchestre
Molti musicisti, soprattutto tra Rinascimento e Barocco, si cimentarono a mettere in musica La Follia: uno schema armonico sul quale elaborare fantasiose variazioni. Proviene, inizialmente, da una danza in voga nel tardo medioevo, conosciuta poi, nel Rinascimento, anche come Pavana Italiana (la sentiremo nel concerto di Maron, il 29 settembre). Una danza eseguita in maniera vorticosa, sulla costante ripetizione di un inciso, sì che musici e danzatori apparivano fuori di senno: da qui il nome.
In un mondo che sembra eseguire la sua folle danza sull’orlo di un abisso abbiamo voluto dedicare questa XXIX edizione di Altolivenzafestival alla follia. Il folle e le vicende che lo hanno condotto in quello stato hanno sempre commosso il pubblico, entrando fin dai tempi più antichi nel repertorio del teatro, incluso quello musicale, facendo della scena di follia un elemento tipico e frequente nelle opere. Lo troviamo nelle opere barocche (Mad songs, Valvasone, 22 e 28 ottobre) ma anche nei più celebri melodrammi del periodo romantico (Mansuè, 12 novembre). Pazzie vere, pazzie presunte, pazzie indotte: come quella di Giovanna di Castiglia, passata alla storia come La Pazza (Sacile, 21 ottobre), che nella stimolante interpretazione di Erica Martin, testo scritto su commissione di Altolivenzafestival, appare in realtà vittima delle macchinazioni del potere. E come spesso succede, nel mondo dei folli si scambiano i ruoli e crollano i luoghi comuni, come quello che vede la saggezza albergare negli anziani: ma questi, ne La Pazzia Senile di Adriano Banchieri (Polcenigo, 10 settembre e Gorizia 16 settembre) si comportano da folli e saggi appaiono i giovani che alla fine gabbano la stoltezza dei padri.
E poi la follia della guerra, che torna anche in questo tempo a colpire l’Europa: periodicamente l’umanità ricade nel suo errore e orrore e invano si celebrano liturgie e si innalzano preghiere per la pace (Pordenone, 28 settembre, Gorizia 7, Portobuffolè 8, Sagrado 14 ottobre). In fondo, anche la possessione demonica che prende il soldato Joseph può essere vista come metafora della follia della guerra che ingoia i suoi stessi protagonisti (Histoire du soldat, Cordenons 26 novembre).
Ma sui confini non avvengono solo scontri: possono anche accadere, e da uomini di pace operiamo perché avvengano, incontri. Riprendendo il filo dell’edizione precedente, anche quest’anno Altolivenzafestival declina il tema Gorizia 2025 come incontri al confine, linea che, anziché separare, può unire. S’incontrano al confine (Brugnera, 27 agosto) classico e pop nel concerto di apertura, con Antonella Ruggiero (significativa la canzone Tra le guerre); s’incontrano uno strumento dalle origini popolari come il corno delle Alpi e lo strumento classico della liturgia, l’organo (Roveredo in Piano, 28 agosto); s’incontrano tre musicisti europei in un programma che sconfina musicalmente per tutta l’Europa del Sei-Settecento e, simbolicamente, itinera nel territorio (Caneva, 2 e Caorle 3 settembre). A eseguirlo abbiamo chiamato tre giovani musicisti che sono solo l’avanguardia dei tanti, ancora più giovani di loro, che nelle settimane e nei mesi successivi popoleranno il festival, a dimostrare che la musica forte non è sguardo nostalgico al passato ma è viva, parla alle giovani generazioni, è prodotto di civiltà e simbolo di pace
Manca, nel nostro programma, la follia ‘buona’: quella francescana, quella donchisciottesca, che ti fa andare oltre il buonsenso feriale e ti fa intravedere mete ideali per le quali valga la pena di mettersi in gioco, a costo di passare per matti. Ma questa, in fondo, è il nostro stesso festival, siamo noi che continuiamo a coltivarlo con la tenacia del monaco che annaffi quotidianamente uno stecco, certo che il suo sforzo non sia inutile e che qualcosa, un giorno, fiorirà.
Sandro Bergamo direttore artistico
Una donna seminuda con occhi fissi esagerati e polsi incatenati che rappresentano la follia. Mezzatinta di W. Dickinson, 1775, dopo R. Pine.
Domenica 27 agosto 2023 ore 21.00 – PALAZZETTO DELLO SPORT, Brugnera (PN)
AVVISO
Vista la possibilità di pioggia, il concerto SACRARMONIA con Antonella Ruggiero si terrà alle ore 21.00 al PALAZZETTO DELLO SPORT DI BRUGNERA (PN) – Via del Mas, 39, 33070 Brugnera PN
APERTURA BIGLIETTERIA:
17.00 – 19.00 – Villa Varda area spettacoli
19.30 in poi – Palazzetto dello Sport.
Sacrarmonia
Antonella Ruggiero in concerto
Orchestra Accademia Musicale Naonis – Cappella Altoliventina
17.00 – 19.00 – Villa Varda area spettacoli 19.30 in poi – Palazzetto dello Sport.
* Tariffa ridotta: ragazzi con meno di15 anni, adulti con più di 65 anni, soci Associazione Culturale Altoliventina a.p.s., persone con disabilità.
IN CASO DI PIOGGIA: il concerto si volgerà al palazzetto dello Sport di Brugnera – Via del Mas, 39, 33070 Brugnera PN.
In collaborazione con: Comune di Brugnera, Fosar, Associazione Racconti da Nordest, Orchestra Accademia Musicale Naonis https://www.antonellaruggiero.com/
Lunedì 28 agosto ore 20.45 – Chiesa di S. Bartolomeo, Roveredo in Piano (PN)
La strana coppia – Un tour musicale nelle Alpi svizzere
Lisa Stoll, corno delle Alpi – Freddie James, organo
In collaborazione con: Comune di Roveredo in Piano, Accademia Organistica Udinese, Gruppo corale Gialuth, Parrocchia di S. Bartolomeo, Cooperativa Sociale Acli.
Segreteria dell’ Associazione Culturale Altoliventina Tel. 0434 1834786 – Cell. +39 375-7961728 – Cell. +39 333-8352808 (Lunedì, Martedì e Venerdì dalle 15.00 alle 19.00) – mail: info@altolivenzacultura.it
Comune di Caneva – www.incaneva.it
IN CASO DI PIOGGIA: l’evento si terrà alle ore 18.30 a Villa Frova
In collaborazione con: Comune di Caneva, Magnifica Comunità di Montagna, Fondazione OSF.
Si ringrazia per la gentile ospitalità l’Azianda Agricola Sandro Lucchese
Domenica 3 settembre ore 15.00 – Itinerario cicloturistico-musicale, Caorle (VE)
Ponti e luoghi tra confini musicali – CAORLE
Percorso:
Partenza alle 15.00 da Ca’ Corniani
1° TAPPA: Duomo di Caorle, (visita e momento musicale) Santuario della Madonna dell’Angelo (visita)
2° TAPPA: Santuario della Madonna dell’Angelo (visita e momento musicale)
3° TAPPA: Ca’ Corniani (visita, ristoro e momento musicale)
Conclusione prevista per le 18.30
Musica:
Enrico Coden, flauto traversiere – Julia Hernández Sánchez, violino barocco -Miguel Bonal, viola da gamba
BIGLIETTO UNICO
5 Euro
VENDITA
www.rideandfun.it
PER INFO: Tel. Luigi 3487454604
In collaborazione con: Comune di Caorle, AL2 Sport – Società sportiva
Domenica 10 settembre ore 17.30 – itinerario turistico-musicale, Polcenigo (PN)
La Pazzia Senile di Adriano Banchieri
Ore 17.30 – Chiesa di S. Rocco Ore 18.00 – Teatro comunale, Ore 18.30 – Chiostro di San Giacomo – Adriano Banchieri (1567 – 1634) – La pazzia senile 1607-1621
CAPPELLA ALTOLIVENTINA
Alice Fraccari, Martina Zaccarin soprani – Lisa Friziero contralto – Peter Gus, Claudio Zinutti tenori
Sandro Bergamo basso e direzione
Paolo Monetti, viola da gamba – Luciano Russo, arciliuto – Marius Bartoccini, clavicembalo
Fabio Scaramucci, voce recitante
Alessandro Fadelli racconterà la storia dei luoghi di Polcenigo
IN CASO DI PIOGGIA: l’evento si terrà alle ore 17.30 in teatro
In collaborazione con: Comune di Polcenigo
Sabato 16 settembre ore 17.00 – Musei provinciali di Gorizia sede di Borgo Castello
La Pazzia Senile di Adriano Banchieri
CAPPELLA ALTOLIVENTINA
dir. Sandro Bergamo
Introduzione sugli abiti d’epoca a cura della dott.sa Raffaella Sgubin, direttrice dei musei provinciali di Gorizia
Con la partecipazione del Gruppo Storico Città di Palmanova
In collaborazione con: Musei provinciali di Gorizia
Venerdì 22 settembre ore 20.45 – Teatro Gozzi, Pasiano di Pordenone
Altolivenzafestival giovani
18.30 – Presentazione del libro “Storia del Friuli e dei friulani dalle origini a noi” di Walter Tomada
19.30 – rinfresco
20.45 – Concerto del vincitore del Premio Altolivenzafestival, Concorso “Crescendo” 2023
Domenico Cima, euphonium – Alberto Ravagnin, pianoforte
In collaborazione con: Comune di Pasiano, Associazione Acilius, Agimus Firenze-Premio Crescendo, Hotel Ristorante Prata Verde
Giovedì 28 settembre ore 20.45 – Duomo di S. Marco, Pordenone
Venerdì 29 settembre ore 20.45 – Chiesa di S. Michele Arcangelo, Maron di Brugnera (PN)
Follie e stravaganze nella Germania bachiana
Nanette Mans, soprano – Maarten Wilminck, organo
In collaborazione con: Comune di Brugnera, Accademia Organistica Udinese, Associazione Festeggiamenti Maron,
Parrocchia di S. Michele Arcangelo, Cral-Brugnera, L’Airone cooperativa sociale
Sabato 30 settembre ore 16.30 – Fondazione Coronini, Gorizia
Amleto e Tasso: delirio romantico
Ore 16.30 Conferenza: “L’antico fortepiano della famiglia Coronini-Cronberg. Uno strumento da riscoprire” – a cura di Alessia Zangrando ed Elia Pivetta
Ore 18.00 Concerto: Amleto e Tasso: delirio romantico
Luciano e Daniele Boidi, pianoforte a quattro mani
In collaborazione con: Fondazione Coronini-Cronberg NOTE DI SALA
Ottobre
Sabato 7 ottobre ore 20.45 – Duomo, Gorizia
La guerre et la bataille
Cappella Altoliventina
Martina Zaccarin, soprano – Lisa Friziero, contralto – Claudio Zinutti, tenore – Sandro Bergamo, basso e direzione
Javier Artigas Pina, organo
In collaborazione con: Accademia Organistica Udinese
Compagnia teatrale Teatro à la Coque – Pordenone (PN)
Regia di Piero Lenardon
Sabato 11 marzo 2023, ore 21.00
Profumo de mosto
di Lorenzo Morao
Compagnia teatrale Piccolo Borgo Antico – Carpenedo di Vedelago (TV)
Regia di Lorenzo Morao
Sabato 18 marzo 2023, ore 21.00
Vuoti a rendere
di Maurizio Costanzo
Gruppo teatro e musica Parole Note – Roveredo in Piano (PN)
Regia di Alessandro Gennaro e Alfredo Grazioli
Sabato 25 marzo 2023, ore 21.00
Bastava na botta
di Loredana Cont
Compagnia teatrale Il Teatrozzo – Pasiano di Pordenone (PN)
Regia di Andrea Burato
INGRESSO: 5,00 €
Biglietti in vendita al Teatro Pileo il giorno stesso dello spettacolo a partire dalle ore 19.00.
PREVENDITA:
– Biglietteria teatro Pileo giovedì 2, 9, 16, 23 marzo 2023 dalle 17.00 alle 19.00.
– Segreteria Ass. Culturale Altoliventina, Via Einaudi 55 – Prata di Pordenone (Lunedì, Martedì e Venerdì dalle 15.00 alle 19.00) Tel. 0434 1834786 info@altolivenzacultura.it
Martina Zaccarin, Michaela Magoga, Flavia Del Giudice, Monica Falconio, Sandro Bergamo, voci
Claudio Sartorato, flauti, cialamella– Andrea D’Incà, trombone
Alice Martina, arpa – Roberto Squillaci, organo
Sandro Bergamo, direttore
Come fiori da un terreno ricco di humus, come evangelici semi gettati su terreno fertile, germinano dalla monodia sacra nuove forme che imprimono alla musica una svolta epocale. La promiscuità tra voci adulte e voci di bambini aveva da sempre determinato, nei monasteri maschili, l’esecuzione in ottava del repertorio gregoriano. Ma questo non è percepito come alterazione del suo carattere monodico. La prassi, questa sì ritenuta polifonica, di doppiare la linea melodica alla quinta o alla quarta, è attestata fin dall’anonimo Musica enchiriadis del IX secolo e ripresa con più vasto orizzonte teorico da Guido Monaco all’inizio dell’XI. Ma è a partire dal XII secolo che la seconda linea si sgancia dal semplice raddoppio della melodia, dando inizio al contrappunto che per secoli domina la musica occidentale. Lo studio condotto nei secoli precedenti attorno agli intervalli e al concetto di consonanza consente ai compositori di affrontare la creazione di una linea completamente nuova da sovrapporre a quella preesistente mentre la determinazione di precisi rapporti di durata e l’elaborazione di una scrittura capace di esprimerli permette la gestione contemporanea di autonome linee di canto. Nascono così le prime forme polifoniche: l’organum, il conductus, il discanto, termini il cui significato varia da autore ad autore, rendendo talora arduo al moderno esecutore capirne il senso. La definizione di discanto, applicata alle composizioni del cod. LVI della ex-Biblioteca Capitolare di Cividale è in realtà moderna. I contemporanei, come il teorico Prosdocimo de Beldemandis, preferiscono il termine cantus planus binatim, nome che suggerisce una esecuzione a ritmo libero. Rara, comunque, l’esecuzione a più voci, all’inizio del Trecento e in grado, con il suo solo esserci, di solennizzare una cerimonia: per questi i brani contenuti nel codice si applicano alla liturgia di Natale, di Pasqua e di santi particolarmente venerati nella diocesi aquileiese. E’ ancora una navigazione di piccolo cabotaggio, non perché di scarso valore artistico, ma perché il compositore non osa affrontare il mare aperto della creazione e mantiene in vista la costa della preesistente melodia liturgica: ragioni teologiche, più che tecniche, garantendo la fedeltà alla monodia sacra (rappresentata nelle miniature come suggerimento diretto della colomba dello Spirito Santo al grande Gregorio) la sacralità anche della composizione polifonica. Chi si lancia più coraggiosamente nella composizione di nuove melodie, pur nella continuità con lo stile e l’estetica della monodia sacra, è l’autore di drammi liturgici (anche in questo caso, denominazione creata dagli studiosi in epoca moderna, usando il medioevo una pluralità di termini – representatio, ordo, processus, versus, officium… – tra i quali ‘dramma’ non è contemplato), la cui musica rimane, di necessità, monodica. E’ altro, e più profondo, il legame con la liturgia: il memoriale dell’Ultima Cena, con la ripetizione dei gesti di Cristo, l’abitudine, viva ancor oggi, a distribuire la lettura della Passione tra più lettori, ciascuno con un ruolo diverso sono altrettanti spunti per ampliamenti drammatici. Alcuni testi, legati alla Pasqua e contenenti un accenno di dialogo (Quem queritis, Victimae Paschali) suggeriscono ripartizione di ruoli tra i cantori e l’affiancamento del gesto o addirittura della scena per una più efficace comprensione del vangelo. Di norma questi drammi si rappresentano non durante la Messa, ma al termine dell’Ufficio della Letture: è la ragione per cui (senza pretesa di ricostruzione liturgica: ce ne manca il materiale, volendo restare nell’ambito di un repertorio aquileiese, ancor vivo ai tempi del Patriarca Bertrando) dopo una serie di brani rievocanti la promessa salvifica (come usasi da sempre nella veglia pasquale), seguono due drammi legati alla Passione e alla Resurrezione del Signore. L’efficacia ‘pastorale’ della drammatizzazione (ben nota ai Gesuiti che ne rilanciarono la pratica, giunta fin quasi a noi con le moltissime filodrammatiche parrocchiali diffusissime nel scolo appena trascorso) s’impose anche nel medioevo. Il dramma liturgico abbandonò il latino, imparò le lingue volgari, uscì di chiesa e sul sagrato o sulla piazza divenne Mistero, Sacra Rappresentazione, Miracolo. Ma questa è un’altra storia, che magari si racconterà un’altra volta.
PROGRAMMA:
Stella splendens – Livre Vermell de Montserrat sec. XIV
Liber generationis – Aquileiese
Missus ab arce – discanto sec. XIV
In Annunciatione B.M.V. representatio – dramma liturgico sec. XIV
Puer natus – Aquileiese
Ad cantum leticie – discanto sec. XIV
O Viridissima virga – Ildegarda di Bingen 1098 – 1179
Planctus Mariae – dramma liturgico sec. XIV
Sonet Vox Ecclesie – discanto sec. XIV
Submersus jacert Pharao – discanto sec. XIV
In Ressurectione Domini representatio – dramma liturgico sec. XIV
Venerdì 4 novembre 2022 ore 20.45 – Chiesa di Santi Martiri Canziani – S. Canzian d’Isonzo (GO)
Come fiori da un terreno ricco di humus, come evangelici semi gettati su terreno fertile, germinano dalla monodia sacra nuove forme che imprimono alla musica una svolta epocale. La promiscuità tra voci adulte e voci di bambini aveva da sempre determinato, nei monasteri maschili, l’esecuzione in ottava del repertorio gregoriano. Ma questo non è percepito come alterazione del suo carattere monodico. La prassi, questa sì ritenuta polifonica, di doppiare la linea melodica alla quinta o alla quarta, è attestata fin dall’anonimo Musica enchiriadis del IX secolo e ripresa con più vasto orizzonte teorico da Guido Monaco all’inizio dell’XI. Ma è a partire dal XII secolo che la seconda linea si sgancia dal semplice raddoppio della melodia, dando inizio al contrappunto che per secoli domina la musica occidentale. Lo studio condotto nei secoli precedenti attorno agli intervalli e al concetto di consonanza consente ai compositori di affrontare la creazione di una linea completamente nuova da sovrapporre a quella preesistente mentre la determinazione di precisi rapporti di durata e l’elaborazione di una scrittura capace di esprimerli permette la gestione contemporanea di autonome linee di canto. Nascono così le prime forme polifoniche: l’organum, il conductus, il discanto, termini il cui significato varia da autore ad autore, rendendo talora arduo al moderno esecutore capirne il senso. La definizione di discanto, applicata alle composizioni del cod. LVI della ex-Biblioteca Capitolare di Cividale è in realtà moderna. I contemporanei, come il teorico Prosdocimo de Beldemandis, preferiscono il termine cantus planus binatim, nome che suggerisce una esecuzione a ritmo libero. Rara, comunque, l’esecuzione a più voci, all’inizio del Trecento e in grado, con il suo solo esserci, di solennizzare una cerimonia: per questi i brani contenuti nel codice si applicano alla liturgia di Natale, di Pasqua e di santi particolarmente venerati nella diocesi aquileiese.
E’ ancora una navigazione di piccolo cabotaggio, non perché di scarso valore artistico, ma perché il compositore non osa affrontare il mare aperto della creazione e mantiene in vista la costa della preesistente melodia liturgica: ragioni teologiche, più che tecniche, garantendo la fedeltà alla monodia sacra (rappresentata nelle miniature come suggerimento diretto della colomba dello Spirito Santo al grande Gregorio) la sacralità anche della composizione polifonica.
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Chi si lancia più coraggiosamente nella composizione di nuove melodie, pur nella continuità con lo stile e l’estetica della monodia sacra, è l’autore di drammi liturgici (anche in questo caso, denominazione creata dagli studiosi in epoca moderna, usando il medioevo una pluralità di termini – representatio, ordo, processus, versus, officium… – tra i quali ‘dramma’ non è contemplato), la cui musica rimane, di necessità, monodica. E’ altro, e più profondo, il legame con la liturgia: il memoriale dell’Ultima Cena, con la ripetizione dei gesti di Cristo, l’abitudine, viva ancor oggi, a distribuire la lettura della Passione tra più lettori, ciascuno con un ruolo diverso sono altrettanti spunti per ampliamenti drammatici. Alcuni testi, legati alla Pasqua e contenenti un accenno di dialogo (Quem queritis, Victimae Paschali) suggeriscono ripartizione di ruoli tra i cantori e l’affiancamento del gesto o addirittura della scena per una più efficace comprensione del vangelo. Di norma questi drammi si rappresentano non durante la Messa, ma al termine dell’Ufficio della Letture: è la ragione per cui (senza pretesa di ricostruzione liturgica: ce ne manca il materiale, volendo restare nell’ambito di un repertorio aquileiese, ancor vivo ai tempi del Patriarca Bertrando) dopo una serie di brani rievocanti la promessa salvifica (come usasi da sempre nella veglia pasquale), seguono due drammi legati alla Passione e alla Resurrezione del Signore.
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L’efficacia ‘pastorale’ della drammatizzazione (ben nota ai Gesuiti che ne rilanciarono la pratica, giunta fin quasi a noi con le moltissime filodrammatiche parrocchiali diffusissime nel scolo appena trascorso) s’impose anche nel medioevo. Il dramma liturgico abbandonò il latino, imparò le lingue volgari, uscì di chiesa e sul sagrato o sulla piazza divenne Mistero, Sacra Rappresentazione, Miracolo. Ma questa è un’altra storia, che magari si racconterà un’altra volta.
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